La piazzetta dei ragazzini che squillano

di Mauro Mirci

Siccome sono un fumatore, e visto che in ufficio non si può fumare, mi allontano di tanto in tanto per  trovarmi un posticino dove indulgere nel vizio. Il luogo preferito è un balconcino al secondo piano, attrezzato di colonnina portacenere e buttacarte (uno di quegli aggeggi che, di solito, stanno nei bar, fatti in modo che braci e carta non si mischino) che nessuno svuota mai. Oppure mi piazzo immediatamente fuori dall’uscita di sicurezza. E lì mi spipetto la dose quotidiana di nicotina. La porta di sicurezza dà su uno spiazzo che spesso è ingombro di automobili, ma durante le feste la gente va meno in municipio e molti dipendenti sono in ferie. Così lo spiazzo è libero e, incredibilmente, son fioriti i ragazzini. Si sono appropriati della piazzetta, stabilito la posizione di due porte (invisibili a tutti meno che a loro), formato le squadre e dato il fischio d’inizio. Li osservo per un po’, mentre fumo, e mi rendo conto che certe cose sono sempre uguali. C’è quello che tiene sempre palla e si sente  un fuoriclasse, quello che gioca dietro e dice d’essere il regista, l’altro ancora, bravo davvero, che corre come un indemoniato, crossa, tira, e dribbla avversari e specchietti retrovisori (be’, qualche auto c’è, in effetti). Il fallo laterale non esiste.

Vale la carambola sul muro per i passaggi, ma non per i gol. E c’è anche quello scarso, che ha un’idea approssimativa di come si tocca la palla, e quando calcia ramazza sfera e caviglie. Mi riconosco, e provo simpatia per questo procacciatore d’affari per ortopedici. Una cosa diversa (sensibilmente diversa) però c’è. ‘Sti ragazzini squillano. Avrei dovuto scrivere “suonano”, ma  non volevo rischiare di far confusione con una band musicale. Dico “squillano” nel senso che dava alla parola la mia generazione, che quando diceva: “Squilla” pensava subito al telefono, e non poteva prevedere che a quel suono omologato e buono per ogni apparecchio si sarebbero sostituiti brani polifonici, stereofonici, sinfonici e Dolby Surround. Squilla un telefono ed è tutto un brano in HiFi che ti tocca sorbirti. Questi calciatorini di nuova generazione giocano col celulare al seguito. Uno si ferma a bordo campo e rassicura mammà che sarà a casa puntuale e non suderà. Un altro, con la maglia del Barcellona FC e la scritta Henry sulla schiena, lo tiene addirittura in mano mentre palleggia, hai visto mai lo chiami Prandelli nel bel mezzo di un’azione. E mi rendo conto di quanto tempo è passato da quando anch’io ramazzavo palle e caviglie. È meglio oggi? È peggio? Non saprei dirlo. L’amore per l’arte pedatoria mi porta a deprecare l’uso del cellulare in campo (tranne nel caso dell’arresto di certi ultrà) ma, in tutta onestà, tremo all’idea che, in futuro, mia figlia non sia contattabile ovunque e H24. Non prevedo giocherà a calcio, ma serate in pizzeria e nottate in discoteca sono lì, appena dietro l’angolo. Si sa com’è: li guardi e vedi un bambino; giri gli occhi un attimo e ti ritrovi davanti un adolescente in overdose di ormoni. In ogni modo, per adesso mia figlia è affidata a una maestra di scuola materna. Dovrei godere di almeno altri dieci anni di sonni abbastanza tranquilli. Nel frattempo i ragazzini continuano la partita, corrono, s’infervorano e rispondono al telefonino (e qualcuno, pensa un po’, scrive messaggini). Vivono il loro presente fatto di partitelle improvvisate nella piazzetta del comune. E purtroppo anche di maledetta e solipsistica Playstation. E ignorano che solo pochi anni fa, prima che ogni spazio fosse sventuratamente destinato a parcheggio, di piazzette come queste era pieno il paese, subito colonizzate per tornei estivi e invernali, triangolari, quadrangolari, campionati con tanto di andata e ritorno, e persino l’addetto al tabellone, che scriveva risultati e marcatori sul muro col gesso. Come faranno questi? Magari trasmettono la telecronaca via MMS direttamente alla Gazzetta dello Sport. Oppure al blog di Agostino Sella. Tutto è possibile.

* Pezzo apparso su ARAI news n. 15 – Gennaio 2011

**Immagine tratta dal sito www.zoomart.net – all’indirizzo: http://www.zoomart.net/blog/it/2010/04/15/vedi-napoli-e-poi-visita-questa-bellissima-citta/ – Foto di Lucio Carbonelli, rielaborata da paroledisicilia.it

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3 risposte a La piazzetta dei ragazzini che squillano

  1. Loredana dice:

    mi è piaciuto, molto!

  2. Bello. Squillante e malinconico. È sempre un piacere leggerti.

    p.s. sei passato alla pipa anche tu?

  3. mauromirci dice:

    No, “spipetto” in senso figurato. Sono rimasto fedele alla nicotina in carta.

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