Giovanni Piazza, il metro e la rima (eroticodemenzialpopolari)

Stefania Raffiotta intervista Giovanni Piazza.

«Signor Giometrico, posso farle qualche domanda?»
Un’intervista? A mmia? E perché?
«Perché lei scrive poesie»
E chi lo dice?
«La gente»
Seeee! La gente ha mica il tempo di occuparsi delle mie cabasisate.
«Delle sue che? »
Senti, cara, innanzitutto diamoci del tu, perché sta storia del lei mi sbummica antipaticamente generazionale. Eppoi, lo leggi Camilleri il siciliano?
«Si»
E sai che sono i cabasisi?
«Ah si, capito. E allora senti, tu. Ma tu, che poesie scrivi?»
Quelle che tu non leggi. Perché le poesie non le legge nessuno.
E infatti il mercato dei libri di poesia è praticamente inesistente, se non per quelle autopubblicate.
«Verissimo. Credo che si venda un po’ di Prevert e di Trilussa e di Gibran e di pochissimi altri. Ma le tue sono poesie classiche, metriche.»


Si, anche se classico ha oramai il sapore di antico, o addirittura vecchio.
Mentre la metrica italiana ha fatto tremare le colonne del cielo e posto la poesia a un livello stratosferico.
Ma oramai il pensiero imperante è il verso libero, che io chiamo verso comodo.
Tutti comodamente e poeticamente accodati in quella interessata mancanza di regole, dove le folle richiamano altre folle, e magnificamente esemplificato da Freak Antoni con il suo “Mangiate cacca, milioni di mosche non possono aver torto”.
E le colonne del cielo aspettano.
«Allora le tue, che quelle regole le hanno, fanno tremare le colonne del cielo?»
No, le mie fanno tuttalpiù sobbalzare qualche pancia, che riesce a farsi una risata.
«E perché hai scelto il filone… com’è che lo chiami?»
Erotico-demenzial-popolare?
«Sì, perché lo hai scelto?»
Per la verità, è stato lui a scegliere me. E non so proprio perché. Dovresti chiederlo a lui.
«Al filone, sì, glielo chiederò. E la scelta metrica?»
Quella mi viene spontanea, non è stata una scelta nemmeno quella. E’ una cosa naturale, come per un ragazzo inseguir le ragazze.
«Ed è per inseguir la metrica, invece delle ragazze, che sei rimasto scapolo?»
Spiritosa! Forse sono state le ragazze, a scegliere di non scegliere me, ma che c’entra questo con la poesia?
«Infatti non c’entra, se non per la curiosità di conoscere chi scrive eroticodemenzial…tubolare»
POPO-lare
«Popolare, scusa.»
Prego
«Epperò… vedi, già parlo come te, dovrò fare un corso di rieducazione. Epperò c’è chi dice che far ridere sia più difficile che far piangere.»
E tu lasciali dire. Ma la verità è che il bisogno di sorridere è insopprimibile.
E considerato che, nella vita, i motivi per piangere non sono stitici, ecco che quelli sorridenti sono tenuti in grande considerazione.
Qui in Sicilia si dice “mai di li genti allegri nun ti spàrtiri, ca ti fanu passari li strafùttiri” per significare quanto, un sorriso, possa aiutare a sopportare meglio i guai.
«Che non mancano mai.»
Vedi? Fai le rime anche tu.
«E perché scrivi in romanesco?»
Quasi, romanesco. Perché amo Trilussa e Belli e soprattutto li invidio.
«E siciliano?»
Invidio Martoglio
«E italiano?»
Invidio Dante
«Addirittura!»
Eh, se proprio devi invidiar qualcuno, sceglilo almeno tra le immensità.
«Grazie, Giometrico, è stato un piacere. E adesso, come la chiudiamo, st’intervista?»
E che ne so, la giornalista sei tu.
«Ma tu sei il poeta»
Hai ragione. E allora chiudiamola in metrica:
Quannu ca l’intervista è scunchiuduta
ma a la finfini è bedda chi finuta
si ‘nchiudi, si ringrazia e si saluta
e cu si l’ha dumatu… si l’astuta.
«Epperò…»

Giovanni Piazza, Giòmetrico, poeta dialettale piazzese, ama e sostiene il verso in metro e rima. E’ il maggior esponente piazzese mondiale galattico (eh, sì, “galattico” poi! Non esageriamo) mondiale (ci abbasta) del movimento poetico detto “Eroticodemenzialpopolare”.

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Una risposta a Giovanni Piazza, il metro e la rima (eroticodemenzialpopolari)

  1. giometrico dice:

    Il maggior esponente piazzese? A mmìa? Ma caro Mauro carissimo, questa tua stitica condizione, che mi relega e mi costringe a una ristretta realtà paesana, mi appare riduttiva alquanto. Perchè, proprio per il fatto di esser l’unico rappresentante di cotale cotantità, potevo tranquillamente esser definito il maggiore esponente mondiale senza suscitare scandalo alcuno. Comunque, grato della gentile considerazione “poetica” e della accoglienza graziosamente concessami, ti invio un caloroso “salutamu e baciamo le mani”.
    Giòmetrico

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