Angelo Maddalena ripubblica San Giuseppe e San Piopio

Angelo Maddalena sceglie lo pseudonimo di Antonio Strano per firmare il Romanzo breve, o racconto lungo se preferite, “San Giuseppe e San Piopio”. Pubblicato per la prima volta nel 2004, viene nuovamente dato alle stame a quasi dieci anni di distanza, sempre per le autoproduzioni Malanaotte, marchio autarchico che prende il nome dall’omonima località nella campagne di Pietraperzia, in provincia di Enna.
Memore di un mio personale augurio, Angelo mi riserva una dedica in esergo: a Mauro Mirci per avermi “promesso” che diventerò ricco e famoso. Potevo, quindi, esimermi dal redigere una seppur breve introduzione? (ma.mi.)

Raccontare un mondo mostruoso con il sorriso sulle labbra
di Mauro Mirci

Il colpo di genio del personaggio di Guido Orefice, nel film La vita è bella, sta nel proporsi come interprete tra i feroci tedeschi e gli ebrei reclusi nel campo di concentramento. Con questo stratagemma Guido riuscirà a raccontare al piccolo Giosué, suo figlio, che tutto ciò che vivono è solo un gioco: chi si atterrà rigorosamente alle regole guadagnerà punti e chi vincerà, infine, avrà in premio un carro armato.
Ebbene, la prosa spontanea e trascinante di Angelo Maddalena, figlia naturale e diretta dell’oralità, introduce e sviscera fatti e caratteri propri del centro Sicilia (la zona dei monti Erei e, più propriamente, di Pietraperzia e dei centri vicini) e filtra il narrato attraverso la lente deformante e cosmetico dell’ironia e del disincanto. Come Guido nel campo di concentramento, Maddalena racconta al lettore (il suo Giosué?) le meraviglie di un mondo abbarbicato tra colline basse e bruciate dal sole. Un mondo che, se appena grattato in superficie, viene fuori con tutta la sua mostruosità, le superstizioni, il provincialismo, la grettezza di un luogo lontano da tutto, incapace di comprendere logiche e aspirazioni diverse da quelle locali. Il tornaconto personale è la cifra comune di ogni rapporto umano e la rete di conoscenze dirette disegna il confine angusto di un contesto opprimente e orribile.
Eppure, dentro questo territorio narrativo abitato da mostri che sembrano parodie di sé stessi, Maddalena viaggia leggero e solo lievemente impensierito. Forse (il suo personaggio) medita già la futura fuga nella sconfinatezza del mondo reale, in bici o a piedi, calzando i sandali che ormai sono divenuti la cifra stilistica dell’uomo Angelo Maddalena. E dell’autore.
Con il sorriso sulle labbra, con una narrazione apparentemente leggera, Maddalena ci presenta personaggi piccoli piccoli, ma che nutrono ambizioni palesemente sproporzionate alle loro reali qualità, infimi personaggi di provincia, che inseguono glorie che mai raggiungeranno: troppo banali sono, mediocri e pusillanimi. San Giuseppe e San Pio Pio, già dal titolo esplicita la propria natura di testo sarcastico che vuole raccontare e lasciar intravedere dinamiche e logiche di una realtà molto lontana da quella urbana. Prende spunto da fatti veri, Angelo Maddalena: l’organizzazione di eventi culturali locali; l’apparizione di una macchia d’umidità con forme da Santo; i rapporti tra gli artisti locali e improbabili mecenati e opinion leaders; gli eventi di promozione delle politiche europee, ma declinate secondo le particolari desiderata degli “intellettuali” del posto.
Certo, il racconto (o romanzo brevissimo, forse) ha il sapore acerbo delle sue prime composizioni, quelle in cui Maddalena sperimentava l’uso delle contaminazioni dell’italiano con la lingua centro-siciliana, contaminazione operata trasportando in italiano non tanto i termini dialettali o i costrutti grammaticali e sintattici, quanto proprio la logica centro-siciliana e rurale, la furbizia maliziosa e la povertà di pensiero che, insieme, si fanno povertà di azione e assenza di qualsiasi prospettiva di miglioramento. Testo acerbo, sì, ma vero e godibile, anche a dieci anni di distanza dalla sua prima pubblicazione. O meglio, autopubblicazione, in ossequio a una necessità (pubblicare) che è divenuta idea forte (agire al di fuori delle logiche editoriali) e causa efficace della nascita delle Autoproduzioni Malanotte. Marchio editoriale del quale l’autore di questa nota può vantare un’aliquota di paternità. Ma quella è un’altra storia.
(ma.mi. 1° novembre 2023)

 

Antonio è il secondo nome di Angelo; Strano il cognome d un grande cantastorie siciliano. L’Angelo Antonio che ha scritto questo libro nel 2004, è lo stesso che è apparso sulla RAI nel programma Il Provinciale, nel febbraio 2023. A settembre dello stesso hanno viene diffuso il documentario “Mi sembra di viaggiare con te, manuale del moderno cantastorie” in cui Gabriele Perni racconta l’evoluzione della ricerca di Angelo Maddalena.

P.S. San Giuseppe e San Piopio è autoprodotto dall’autore. Non lo trovate nelle librerie né sui portali online. Per averlo dovete proprio incontrare di persona Angelo Maddalena e sperare che ne abbia qualche copia con se (magari nella libreria-bicicletta su cui viaggia). Oppure mandargli una mail e chiedergli di inviarvelo. Ma sì, mandategli una mail:

 

 

 

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