Due parole su Amianto di Alberto Prunetti

di Angelo Maddalena
Terribile e bellissimo, lo definisce Valerio Evangelisti nella prefazione, io aggiungo “doloroso ed epico”. Doloroso perchè Alberto, che io conosco e ho incontrato spesso negli ultimi anni a Siena e in zona Maremmana, ma l’ultima volta alla presentazione del suo libro al Gabrio di Torino, Alberto, dicevo, scrive una biografia di Renato, suo padre, una storia operaia, come recita il sottotitolo. Renato Prunetti ha lavorato negli impianti siderurgici di tutta Italia, da Novara a Casalmonferrato, da Busalla a Taranto passando per Terni, in quanto saldatore-tubista. E l’amianto, gli ha fatto la festa, scusate la rima tragica e giocosa, ma Renato è morto nel 2004 dopo mesi di atroci sofferenze per una malattia collegata al suo lavoro a contatto con l’amianto. Solo che all’inizio non se ne rendeva conto, ma verso la fine sì. La cosa ancor più tragica,come scrive Alberto, il figlio di Renato, è che dopo la sua morte si è scoperto che in base alle norme per chi lavora a contatto con l’amianto avrebbe dovuto andare in pensione sette anni prima, ma così non è stato, doppia beffa quindi: Alberto e sua madre e i familiari di Renato hanno saputo dopo la sua morte di questa possibilità! La tecnica narrativa di Alberto è fenomenale, ovviamente mischia aneddotica dell’infanzia e storie operaie appunto, quelle che ha vissuto in prima persona e sulla sua pelle Renato, che lui chiama appunto Renato, e non “mio padre”, dopo aver detto, all’inizio, sempre in forma narrativa e aneddotica, di esserne il figlio. Amianto mi ha fatto pensare a Rue des italiens, il romanzo di Santocono che ho tradotto dal francese e pubblicato in Italia da Goree: simile aneddotica “leggera” per descrivere la tragedia della miniera e i danni fisici oltre che morali degli uomini che lavorano nelle miniere del Belgio nel caso di Rue de italiens, operai nelle grinfie del drago dell’industria di acciaio e amianto nel caso del libro di Prunetti. Ha risvegliato in me il desiderio di scrivere e ricordare i tanti padri dei miei amici e compaesani minatori a Pasquasia fino a vent’anni fa, e qualcuno di loro è morto dentro la miniera e altri di cancro nell’ultimo ventennio. Un respiro di vita questo romanzo, che da voce a chi paga sulla sua pelle gli effetti della civiltà industriale, un modo di raccontare di uno che è molti, un tesoro di letteratura epica, autobiografia e verità! E giustizia nell’ingiustizia! A Renato sono stati riconosciuti gli indennizzi per le vittime dell’amianto, poca cosa ma sempre qualcosa, e soprattutto, Amianto ha venduto 400 copie in poche settimane da novembre dell’anno scorso quando è uscito, miracoli e gioie di letteratura resistente nel mare della merda e della letteratura-spazzatura dei nostri giorni.
[Amianto, una storia operaia, di Alberto Prunetti. Editore: Agenzia X. 2012, 141 pag., € 13]
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