Kadogo (piccola cosa senza importanza)

Il grande maschio giunse a pochi metri e lanciò un ruggito, poi fece dietro-front, mostrando l’ampia schiena color dell’argento. Ma subito dopo tornò all’attacco. Maurice mirò il centro del petto e pensò che avrebbe dovuto sbrigarsi a sparare; il gorilla si alzò in piedi, si battè il petto, un’immagine di maestà che Maurice non aveva mai visto. No, Maurice non conosceva il significato della parola maestà, aveva un’idea tutta sua di cosa volesse dire orgoglio, e credeva che il coraggio fosse rappresentato solo dall’uccidere al semplice ordine del comandante, senza provare pietà. Ma il gorilla davanti a lui s’ergeva in tutta la sua altezza, per dimostrare il diritto di possesso su quel regno verde, e sulle femmine e sui piccoli che vi si nascondevano dentro. E fu allora che Maurice cercò, negli infiniti scaffali della sua ignoranza, l’aggettivo giusto per definire quella dimostrazione di imponenza e regalità, e l’aggettivo era maestoso, e per questo non lo trovò. Indugiò invece sul grilletto, ma fu incapace di sparare: non riusciva a credere che quella cosa meravigliosa potesse cadere a terra solo per l’effetto di una piccola ogiva di piombo rivestita di rame.
Se vuoi leggere Kadogo, di Mauro Mirci, clicca qui (pdf da 165 kB circa)

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